Pagina:Cuoco - Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, Laterza, 1913.djvu/299

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AL


CITTADINO CARNOT


MINISTRO DELLA GUERRA


FRANCESCO LOMONACO


PATRIOTA NAPOLETANO RIFUGGITO


     Cittadino ministro,


Voi avete mostrato del dispiacere di non essere a giorno degli avvenimenti ch’ebbero luogo in Napoli dopo la partenza delle truppe francesi, e d’ignorare chi fu principalmente il perfido, il quale, dando gli ultimi colpi all’edificio eretto dal prode Championnet, scavò la tomba della libertá napoletana. Un tenente d’infanteria, il cittadino Bocquet, penetrato di patriotismo, ha fatto un ampio quadro di tali vicende, ed ha denunciato il colpevole, che, facendo alleanza colla perfidia degl’inglesi, ardí di mettere a traffico col loro metallo la piú bella delle cause, di esporre l’esistenza di un immenso numero di repubblicani al pugnale della tirannia, di far succedere le scene patetiche che han rivoltato l’umanitá e la natura, di denigrare il nome e la gloria della grande nazione francese.

Il colpevole è appunto il cittadino Méjan, o, per meglio dire, Méchant, il quale si dice essere stato educato nella scuola de’ Foissac-Latour. Questi è quel Méjan, il quale, colmo d’ignominia e di obbrobri, invece d’interdirsi volontariamente dal seno delle societá umane, osa calpestare ancora la terra sacra; osa, di piú, comparire innanzi all’areopago, che gli deve fulminare la sentenza di morte, per ispargere le ombre della piú nera calunnia sull’orizzonte della veritá. Ma invano, malvagio, invano ti sforzi di cangiare il delitto in virtú, la corruzione in magnanimitá, le maledizioni di un intero popolo in voce de’ tuoi privati affetti!...

V. Cuoco, Saggio storico. 19