Pagina:Cuoco - Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, Laterza, 1913.djvu/74

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64 saggio storico


È probabile che la corte di Napoli ardesse di soverchia impazienza di discacciar i francesi dall’Italia. È probabile ancora che tanta impazienza non nascesse da solo odio, ma anche da desiderio di trarre da una vittoria, la quale credevasi sicura, un profitto, che forse l’Austria non avrebbe volentieri conceduto, ma, trovandolo giá preso, lo avrebbe tollerato. Siccome nelle leghe non si dá mai piú di quello che uno si prende, cosí de’ collegati ciascuno si affretta a prendere quanto piú può e quanto piú presto è possibile; la vicendevole gelosia genera la comune mala fede e, mentre ciascuno pensa a sé, si obbliano gl’interessi di tutti. Ma, in tale ipotesi, perché mai l’Austria acconsentí alla dimanda di Napoli? Non è neanche inverosimile che Mack, sempre fertile in progetti, credesse facile discacciar i francesi; e, sicuro de’ primi successi (e chi non l’avrebbe creduto, quando Mack non si conosceva ancora?), amava piú d’invitare l’imperatore a goderne i frutti che dividerne la gloria.

Sopra ogni altra congettura però è verosimile che la corte di Napoli operasse spesso senza l’intelligenza dell’imperatore di Germania, perché, mentre da una parte prestava il suo nome alla lega che si era stretta nel Nord e della quale era il centro principale in Vienna, dall’altra manteneva un suo ambasciatore in Parigi, il quale, quando la pace fu giá rotta, potette ottenere dal Direttorio ordini tali al generale in capo dell’armata d’Italia, che gli impedivano d’invadere il regno di Napoli e limitavano le sue operazioni militari a respingere solamente l’aggressione. Il corriere che portava tali ordini fu, non si sa bene per quale accidente, assassinato nel Piemonte. Ora, ordini di tale natura, quando anche s’ignorino le trattative precedenti, è certo che non si possono ottenere senza supporre o che il Direttorio ignorasse interamente i disegni ed i movimenti del gabinetto di Napoli, il che è incredibile, o che avesse risoluto d’abbandonar l’Italia, talché la corte di Napoli, piú che sugli aiuti degli alleati, fondasse le speranze de’ suoi vantaggi sull’abbandono del governo francese, e volesse perciò procurarseli da se sola, onde non esser costretta a dividerli cogli altri. È certo che la guerra con Napoli fu fatta contro gli ordini del Direttorio; che