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xiv - anarchia di napoli ed entrata de’ francesi 81


S’inviò al loro quartier generale una deputazione composta da’ principali demagoghi, perché rinunciassero al pensiero di entrare in Napoli, offerendo loro e quello che era stato promesso coi patti dell’armistizio e qualche somma di piú. La risposta de’ francesi fu negativa, qual si dovea prevedere, ma non qual dovea essere: qualche nostro emigrato, mentre moltissimi convenivano della ragionevolezza della dimanda, aggiunse alla negativa le minacce e l’insulto; e ciò finí d’inferocire il popolo.

Non mancavano agenti della corte che lo spingevano a nuovi furori, non mancava quello spirito di rapina che caratterizza tutt’i popoli della terra, non mancavano preti e monaci fanatici, i quali, benedicendo le armi di un popolo superstizioso in nome del Dio degli eserciti, accrescevano colla speranza l’audacia e coll’audacia il furore. La Cittá, che sino a quel giorno avea tenute delle sessioni, piú non ne tenne. Il popolo si credette abbandonato da tutti, e fece tutto da sé. La cittá intera non offrì che un vasto spettacolo di saccheggi, d’incendi, di lutto, di orrori e di replicate immagini di morte. Tra le vittime del furore popolare meritano di non essere obbliati il duca della Torre e Clemente Filomarino, suo fratello, rispettabili per i loro talenti e le loro virtú e vittime miserabili della perfidia di un domestico scellerato.

Alcuni repubblicani, ed allora erano repubblicani in Napoli tutti coloro che avevan beni e costume, impedirono mali maggiori, rimescolandosi col popolo e fingendo gli stessi sentimenti per dirigerlo. Altri, colla cooperazione di Moliterni e di Roccaromana, s’introdussero nel forte Sant’Elmo, sotto vari pretesti e finti nomi, e riuscirono a discacciarne i lazzaroni che ne erano i padroni. Championnet avea desiderato che, prima ch’ei si movesse verso Napoli, fosse stato sicuro di questo castello, che domina tutta la cittá. Molti altri corsero ad unirsi coi francesi e ritornarono combattendo colle loro colonne.

Tutt’i buoni desideravano l’arrivo de’ francesi. Essi erano giá alle porte. Ma il popolo, ostinato a difendersi, sebbene male armato e senza capo alcuno, mostrò tanto coraggio, che si fece

V. Cuoco, Saggio storico. 6