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IV

PER LA REGINA

[XIX DECEMBRE MCMXV]


 
E questa che la Vila con un canto
incoronò del crine di viola
folto come la treccia che di schianto
lasciò la pia Gevròsima alla trave
5chiamando il fratel Mòncilo fra il pianto,
questa guarda, Signore.
 
Volarono laggiù sul Monte Nero
dodici aquile bianche con gran strido.
Ed una a lei volò sul suo pensiero,
10e la coprì con velo insanguinato.
Il vecchio padre, il candido guerriero,
le piange in mezzo al cuore.
 
S’alzano dal confin serbico in frotte
i corvi lordi. A valle la Boiana
15róssica, Scodra fumiga. La notte,
ahi, stelle più non ha sul Nero Monte.
«Miei falchi, in piè!» Chiama all’estreme lotte
il veglio, e conta l’ore.