Pagina:D'Annunzio - Canti della guerra latina, 1939.djvu/113

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Conta le sue fatiche a ruga a ruga,
novera gli anni suoi, segno per segno:
giovine il teschio vige, quasi ordegno
20di quella volontà che il cor gli fruga.
 
Non meno adunco vomere mordea
la fronte di quel giusto che l’obbrobrio
cinse; ma v’era incancellato il sobrio
eroe di Maratona e di Platea.
 
25Guarda la sua mascella che tien fermo,
guarda severità della sua bocca
onde il comando ed il castigo scocca,
e il lampo a cui la pàlpebra fa schermo
 
gravata sopra il chiaro occhio che scaglia
30l’anima al segno e il tratto non misura.
Sempre in tutt’arme egli è senza armatura.
Tutta nel pugno nudo ha la battaglia.
 
Quel condottiere che dal piedestallo
la morta riva domina in Vinegia
35minacciata dal barbaro e dispregia
la minaccia del ciel, solo, a cavallo,