Pagina:D'Annunzio - Canti della guerra latina, 1939.djvu/140

Da Wikisource.


E non piangea, ma intento era ed immoto.
20Laude gli era il rimbombo senza fine
per il silenzio delle nevi ignoto;
 
cantico gli era il croscio delle mine
occulto; gli era aròmato il fetore
ventato su dalle carneficine.
 
25E sanguinava in fasce; ed il rossore
si dilatava come immenso raggio,
sicché tutti i ghiacciai parvero aurore,
 
tutte le nevi parvero il messaggio
dei dì prossimi, l’ombra fu promessa
30di luce, il buio fu di luce ostaggio.
 
Ed intendemmo la parola stessa
del suo profeta: «Un grido è stato udito
in Rama, un mugolìo di leonessa,
 
un lamento, un rammarico infinito:
35Rachele piange i suoi figliuoli, e guata
l’ultimo suo non anche seppellito.
 
Non è voluta esser racconsolata
de’ suoi figliuoli che non sono più.
Una cosa novella, ecco, è creata.