Pagina:D'Annunzio - Canti della guerra latina, 1939.djvu/171

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27. non il numero delle tue macchine schiave che servono i tuoi lucri e i tuoi agi, non l’orgoglio che le tue stirpi arroventa e martella,

28. ma una parola che in te parlò una voce republicana, una parola ti fa la più bella.

29. E di sùbito il tuo oro e tutti i tuoi metalli e tutte le tue fucine e tutte le tue genti non sono se non luce operante.

30. Tutta sei luce. E fin l’oscurità delle tue miniere s’irraggia, così che il tuo nero carbone t’è diamante.

31. Teco sono le sorgenti solari, negli occhi tuoi fissi. Dalla fronte al calcagno, tutta quanta sei luce.

32. Sopra l’oceano che è la tua anima vera, l’ora prima, l’ora bianca dell’Alba a noi ti conduce.

33. Innanzi che le mille e mille tue prore fendano il cielo e il mare, la tua parola risana il cuore profondo della terra gonfio di doglia.

34. Rescissa dal ferro, incesa dal fuoco, intrisa di sangue, la divina radice per te rigermoglia.