Pagina:D'Annunzio - Canti della guerra latina, 1939.djvu/186

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48. Quel che in Dio fu detto è ridetto: «Son fuggiti dinanzi alle spade, dinanzi alla spada tratta, dinanzi all’arco teso, e dinanzi allo sforzo della battaglia.»

49. Quel che in Dio fu detto è ridetto: «Guai a te che predi e non fosti predato. Quando finito avrai di predare, predato sarai tu senza mora.»

50. Quel che in Dio fu detto è ridetto: «Guardia, che hai tu veduto dopo la notte? Guardia, che hai tu veduto dopo la notte?» L’aurora! L’aurora!


V


51. O stagione di rapimento improvvisa, che la primavera non sei e non l’autunno ma quella dove il lauro eternale allega i suoi frutti!

52. O spirito rapido che rifecondi le piaghe della terra e susciti il fremito della messe futura dallo strazio dei campi distrutti!

53. O fiumi rivalicati, gonfii di giubilo, come le vene che portano l’orgoglio al cuor della Patria e sino alla sua fronte il vermiglio!