Pagina:D'Annunzio - Canti della guerra latina, 1939.djvu/59

Da Wikisource.

36. Dice l’antiste: «Come un monte cade e scoscende, come una rupe è divelta dal suo luogo, e l’acque rodono le pietre, così tu fai perire la speranza dell’uomo.»

37. L’inno risponde: «Noi la tua speranza l’abbiamo saziata di midolla e di sangue. Ella è tremenda come belva immane. Ponila innanzi a noi, che ci conduca dove tu vai; e ricombatteremo.»

38. Dice l’antiste: «O Dio, mia Rocca, perché mi hai tu dimenticato? Or io me ne vo vestito a bruno, per l’oppression del nemico, mentre mi è detto tutta notte: Dove è il tuo Dio?»

39. Conclamano gli eroi: «Signore Iddio delle vendette, o Iddio delle vendette, appari in gloria!

40. Quelli che stanotte hanno recato a noi buone novelle, sono stati una grande schiera e lieta. Sopra costoro e sopra noi non ha potestà la seconda morte. O Patria, eccoci alzati. Conta il nostro numero nel tuo numero; e ricombatteremo.»