Pagina:D'Annunzio - Isaotta Guttadauro, 1886.djvu/222

Da Wikisource.
216 Gabriele d’Annunzio


Ben ella avea que’ miei palpiti istessi.
Talvolta io mi sentia li occhi velare.
Le lacrime facean sì ch’io vedessi
tutte le forme a l’aria tremolare
confusamente, simili a riflessi
vani di cose in fondo a un roseo mare.
Ella, ne le sue man présomi stretto
il capo, susurrava: - Oh mio diletto!
Amor mio dolce! - Io mi credea mancare.