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Pagina:D'Annunzio - Isaotta Guttadauro, 1886.djvu/284

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278 Gabriele d’Annunzio


II.

Amico, le mie tristi passioni
or s’inchinano a lei, non più ribelli;
e volan alto, come lieti augelli,
per gran cieli d’amor le mie canzoni.

Vennero’ a lei le Grazie, in lor guarnelli
semplici a lei portando i rari doni,
come un tempo a Giovanna Tornabuoni
ne ’l bel fresco de ’l nostro Botticelli.

Vennero a lei le Grazie; ed ella, come
Giovanna, porse in atto di piacenza
il grembialetto a le visitatrici.

Ed esse la chiamarono per nome.
E ancora, parmi, de la lor presenza
risplendono le mie stanze felici.