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Pagina:D'Annunzio - L'Isottèo-La Chimera, Milano, Treves, 1906.djvu/114

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IV.


Giova, o amico, ne l’anima profonda
meditare le dubbie sorti umane,
piangere il tempo, ed oscurar di vane
melancolíe la dea Terra feconda?

5Evvi Ginevra ed Isotta la blonda,
e sonvi i pini e sonvi le fontane,
le giostre, le schermaglie e le fiumane,
foreste e lande, e re di Trebisonda!

Bevere giova con aperta gola
10ai ruscelli de ’l canto, e coglier rose,
e mordere ciascun soave frutto.

O poeta, divina è la Parola;
ne la pura Bellezza il ciel ripose
ogni nostra letizia; e il Verso è tutto.