Pagina:D'Annunzio - L'orto e la prora.djvu/138

Da Wikisource.
134 Le foreste



e taciturne, ma con un respiro
10voluttuoso come di chi, gode
il sonno primo, — e pur qualche sospiro
fievole s’ode


ne l’aria vaporata ch’è si morta
che non da ramo foglia al suolo cade,
15sì che varcata sembrami la porta
aver de l’Ade.


Alto silenzio in un oblio profondo
come ne l’Ade ove discese Orfeo.
Abbraccia le foreste l’errabondo
20fiume leteo.


Circonfuse d’oblìo le solitarie
dormono lungo i piani e su pe’ monti;
sognano. Splende l’arida cesarie
d’oro ai tramonti.


25Splende come non mai qual per segreti
prestigi; e pare che l’incendio irrompa
e si propaghi. Guardano i poeti
l’ultima pompa.