Pagina:D'Annunzio - La beffa di Buccari, 1918.djvu/21

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un tratto, non soltanto con lo spirito ma con tutti i sensi. Conoscevo queste precipitazioni della sorte, questo suo separarsi subitaneo dagli elementi avversi che l'intorbidano, per la forza di una volontà capace di dominarla e di costringerla. Ma l’influsso dell’uomo su l’evento non mi era mai parso tanto manifesto. Vedevo omai l’evento in forma solida tra le mascelle di Costanzo Ciano che, quando afferra, non lascia. Sentivo quasi la figura geometrica della volontà, con le sue facce nette e coi suoi spigoli taglienti, come quando ci riunivamo noi tre — io, Costanzo di Cortellazzo e Luigi Rizzo l’affondatore — a parlare del nostro disegno, a studiare il modo di vincere gli impedimenti, a masticare la nostra disdetta, per poi rimanere in silenzio, aderenti, con qualcosa di