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40 LA BEFFA DI BUCCARI


Ecco il becco dell’ocarina. Siamo alla stretta. La mezzanotte è passata di trentacinque minuti. La canzone è finita. Prepariamo un’altra musica. Lo scafo è tutto una struttura di volontà occhiuta e armata. Il senso delle mani istintivamente si adatta già agli ordegni da adoperare. Ci sono reti? ci sono sbarre?

Si rallenta. Si tenta. Nessuna specie di ostruzioni. Si rasenta la punta Sersica. Si naviga a poche braccia dalla costa di ponente. Porto Re è al buio. La vigilanza giace. La batteria tace.

«Che buona gente, questi Austriaci!» mi susurra Luigi Rizzo accostando al mio orecchio quella sua bietta mal rasa che gli è servita a fendere il fianco della Wien con un colpo solo. Ma non dice «buona gente» in verità. Mi scodella gli at-