Pagina:D'Annunzio - La beffa di Buccari, 1918.djvu/55

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tributi di Bartolomeo Colleoni. Gli prendo il polso, glielo tasto. Ride, abbassando ì lunghi cigli su i suoi occhi saracini. È il polso quieto di un Arabo che abbia trascorso la sua esistenza a fumare e a sonnecchiare addossato a un muro bianco.

Troveremo la nave avvistata dall’esploratore celeste? Senza offendere la modestia: ora che siamo qui, non meriteremmo di mandare a picco una squadra intera?

Siamo dentro la baia nemica, siamo proprio in fondo al vallone di Buccari, nella sua estremità settentrionale, di contro all’ancoraggio, inosservati, insospettati! Non erravo imaginandomela in forma di un’ocarina d’argento, tanto l’acqua liscia è pregna di luce stellare.

Il Comandante sta ritto a prua per riconoscere i bersagli. Ha una scin-