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130 LA FIGLIA DI IORIO


Splendore
FF
avetta, va tu; va e parla.
Va tu; e le tocca una spalla,
ch’ella senta e si volga. Seduta
su la pietra del focolare
sta, fisa; e ciglio non muove,
e par che non veda e non oda,
e pare sia tutta una pietra.
Vergine di misericordia,
non le togliere il senno, alla misera!
Fa che ci guardi e negli occhi
nostri si riconosca la misera!
Ma io cuore non ho di toccarla.
E chi le dirà la parola?
Sorella, va e dille: Ecco viene.
Favetta
NN
é io non ho cuore. Ho spavento.
Non me la ricordo com’era,
e né mi ricordo la voce
com’era prima che fossimo
in doglia. Incanutita s’è tutta,
e ogni ora più bianco diventa
il suo capo. Mi pare che nostra
non sia più; mi pare distante
e che stia seduta su quella
pietra da cent’anni e per altri
cent’anni, e più non si ricordi
di noi... Vedete, vedete