Pagina:D'Annunzio - La figlia di Iorio.djvu/161

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Atto III. Scena III 155


Ornella perdóno, se fui oso
nominarti, tu sei testimone
ch’ella inganna il popolo giusto.
Mila
EE
gli non sa. Di quell’ora
non gli sovviene. È magato.
Io gli voltai la ragione.
Io gli voltai la memoria.
Son figlia di mago. Non v’è
sortilegio ch’io non conosca,
ch’io non operi. Se tra le donne
del parentado è quell’una
che mi fece accusa qui proprio,
la vigilia di Santo Giovanni,
quando entrai per la porta che è là,
venga innanzi e l’accusa ripeta.
La Catalana
Sono io quell’una. Son qui.
Mila
Fa testimonianza di me
per quelli che feci infermare,
per quelli che feci morire,
per quelli che tolsi di senno.
La Catalana
Giovanna Camètra. Lo so.
E il povero delle Marane,
e Afuso, e Tillùra. Lo so.