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Pagina:D'Annunzio - La figlia di Iorio.djvu/169
- che mi scavò, quando io era
- alle sue parole d’inganno
- come la mia montagna rigata
- dalle acque di neve! Rempietemi
- il solco di quella speranza,
- per ove mi corse la grazia
- di tutti i miei giorni ingannati!
- Cancellate da me ogni traccia!
- Fate che udito e creduto
- io non abbia giammai! Ma, se questo
- da voi non si può, s’io son quello
- che udii credetti sperai,
- quello che adorai l’Angelo iniquo,
- mozzatemi entrambe le mani,
- nel sacco di cuoio cucitemi
- Lonardo, non lo porre da banda
- e gittatemi nella fiumana
- ch’io vi dorma settecent’anni
- ch’io dorma sott’acqua, nel gorgo
- profondo, ancóra settecent’anni
- e più non mi ricordi che il giorno
- di Dio ha illuminato quegli occhi!
- Ornella
- Mila, Mila, è l’ebbrezza del vino
- misturato, del beveraggio
- ch’ebbe dalla madre a consólo.
- La turba
- - Scioglilo, Iona. Ha il delirio.