Pagina:D'Annunzio - La figlia di Iorio.djvu/34

Da Wikisource.
28 LA FIGLIA DI IORIO


sbigottita. Si udranno, di dentro, i colpi dati con la mano aperta a sprimacciare le materasse.

Ornella con la voce soffocata.
Ah! Libera nos, Domine! Raccatta,
raccatta e bacia, che mamma non veda.

Vienda, come impietrita dal terrore superstizioso, non si chinerà a raccogliere ma guaterà con occhi sgomenti i due pezzi del pane caduti a terra. Aligi, levatosi, occuperà il vano dell’uscio come per impedire la vista alla madre.

Favetta
Raccatta e bacia, ché l’Angelo piange.
Fa un vóto muto, il più grande che puoi.
Chiama San Sisto, se vedi la morte.

S’udranno i colpi delle sprimacciate. Verranno sul vento, di men lungi, le grida dei mietitori.

Ornella
SS
an Sisto, San Sisto,
lo spirito tristo
e la mala morte,
di giorno e di notte,
tu caccia da questa
tu caccia da noi;
tu strappa e calpesta
ogni occhio che nuoce.
Qui faccio la croce.

Mormorando lo scongiuro, ella raccatterà rapida-