Pagina:D'Annunzio - Laudi, I.djvu/159

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DELLA TERRA E DEGLI EROI

3633chiomati di fronde e di stelle.

Vedute io le avea, nella sera
purpurea, silenziose [Le castalidi]
emergere dalla durezza
dell’antro. Miste alla roccia,
come le imagini sculte
nelle metòpi dei templi,
3640si tacevano in cerchio
le Castàlidi; e gli occhi
lor grandi eran fisi, il Passato
il Presente il Futuro
con un solo sguardo abbracciando.
Prigioni del sasso per sempre
eran elle? I piedi leggeri
3647che tessuto aveano in figure
di danza la fresca bellezza
del mondo, i bei piedi leggeri
di Terpsicòre constretti
eran nell’inerzia rupestre?
Dal nudo macigno agguagliate
mi sparvero. Ma le rividi
3654libere nel sogno ch’io m’ebbi.

Venivan per le vie de’ vènti
com’aquile senza nido
nell’alba a volo, nell’alba
crepitante di mille
e mille fiaccole accese
che i Distruttori e i Creatori


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