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Pagina:D'Annunzio - Laudi, I.djvu/228

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LAUDI DEL CIELO E DEL MARE

della luce, vi guardai
negli occhi gialli di sanie
5600e di cruore vermigli,
su cui palpitavano i cigli
col palpito disperato
che non ha tregua nel sonno
poi che il sonno fu ucciso;
vi guardai fiso aspettando
che vi scagliaste come doghi
5607a mordermi i pugni e la gola.

Imagini del delitto
mostruose intravidi,
torcimenti d’angosce
inumane ma senza gridi,
anime come sacchi flosce,
altre come logori letti
5614di puttane marce di lue,
altre come piaghe orrende,
fatte informi e nane
dal gran taglio diritto,
simili al combattente
ch’ebbe le due cosce
recise fino all’anguinaia
5621e tuttavia rimane
mezz’uomo sul suo tronco e cerca
con le dita ancor vive
tra il rosso flutto la radice
di virilità ricacciata
in fondo al ventre, là dov’era


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