Pagina:D'Annunzio - Laudi, I.djvu/235

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DELLA TERRA E DEGLI EROI

accidioso (ove si stempra
tra la melma e il pattume
la polpa dei suicidi
fosforescente come
5803su i salsi lidi il viscidume
delle meduse morte)
sorgono le larve diffuse
della caligine tacente
con mille tentacoli molli
che sfiorano tutte le porte
e palpano i miseri e i folli,
5810il ladro e la venere vaga,
l’ebro dalla bocca amara
l’orfano dall’ossa contorte
assopiti sopra la fogna,
mentre s’amplia e s’arrossa
nei fumi la chiara finestra
del sapiente che indaga
5817e del poeta che sogna!

Alba delle città
terribili, aurora che squilla
con mille trombe di rame
sul silenzio opaco dei tetti
chiamando i dormenti a battaglia,
primo dardo che il Sole scaglia
5824a fiedere le sfere d’oro
su le cupole ancor notturne
e le cime ardue dei camini
emuli delle torri e le bianche


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