Pagina:D'Annunzio - Laudi, I.djvu/283

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DELLA TERRA E DEGLI EROI

Lo spirito del tumulto [Il tumulto]
passava sferzando la faccia
come la raffica pregna
di fortore salino.
Occhi bianchi in teste riverse
7175e dentature mordaci
brillavano come le schiume
nascenti del maricino.
Un che d’aspro, un che di ferino
e di primaverile
e di volubile era nell’aria.
D’acuto lucea riso ostile
7182l’ilarità sanguinaria.

Con òmero pugno e ginocchio
innanzi spignea la carcassa
della sua fame allegra,
più forte, sempre più forte,
come la ciurma che vara
la barca giù per la sabbia
7189del lido e spignendo la negra
carena dà grido concorde.
Dalie gole rauche un selvaggio
canto rompea tra i palagi
senza echi, e le ingiurie
gli eran compagnia di strumenti
con sibilo di rotte corde,
7196gli eran segnal di ripresa
il precipitar dei cristalli
argentino al colpo del sasso,


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