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Pagina:D'Annunzio - Laudi, I.djvu/63

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DELLA TERRA E DEGLI EROI

896robusta qual fu giovinetta
la figlia di Rea, della madre
sostegno ridente, o mie dolci
sorelle, non io vi obliai
e di me voi favellate
nel vespero forse, dal tetto
arguto di nidi guardando
903verso l’Adriatico Mare.

Pur, se taluna di voi
improvviso mirasse
l’aspetto della mia
Libertà, d’orror tremerebbe
e di spavento, perduto
credendo il fratello suo caro,
910per sempre perduto;
né più oserebbe toccarmi
né dirmi parola di pace.
E bagnerebbe di pianto
le incolpabili mani
materne, alla misera donna
pregando l’oblìo del suo nato.
917E lo stranier che merca
e froda al publico sole,
il falso mendico che ostenta
nel trivio l’ulcera immonda,
il marinaio rissoso
che batte il fanciullo e il vegliardo,
parrebbero a quella men empii
924del caro fratello perduto!


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