Pagina:D'Annunzio - Laudi, I.djvu/88

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LAUDI DEL CIELO E DEL MARE

“E alla Vita che tanto
ti diede, or tu che darai?„
1610“Darò la mia statua scolpita
dalle mie mani.„ “E qual gioia
ti parve più fiera?„ “La gioia
d’abbattere il limite alzato.„
“Qual fu il tuo buon dèmone?„ “Il rischio,
il rischio dagli occhi irretorti.„
“La buona virtù?„ “Il piè leggero,
1617Ospite, il mio piè leggero!„

E gli strateghi i navarchi
gli arconti passavano in carri
dall’aureo timone, e i cantori
i sapienti gli alunni
di Clio gli artefici esperti
di tutte le forme, coloro
1624che foggiavan la sorte
d’un popolo vivo, coloro
che animavan l’umida argilla
col pollice nudo, coloro
che trasfiguravan gli aspetti
dell’Essere con l’eloquenza.
E vedemmo Erodòto
1631dagli occhi d’intento fanciullo,
che seco recava al consesso
dell’Ellade i rotoli gravi
di gloria come i fiari
son pregni di miele. Vedemmo
Ippia e Gorgia, vedemmo


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