Pagina:D'Annunzio - Laudi, II.djvu/152

Da Wikisource.

DELLE LAUDI - LIBRO

PER LA MORTE DI
UN CAPOLAVORO.


F
oreste su i monti, chiome fragorose

di oro di porpora e di croco
all’aquilone,
su l’aeree fronti
5immense corone
che affoca il foco dei tramonti;
rosarii di rose
nate su i fonti solitarii
ancor tiepidi dell’Estate
10che vi s’immerse;
orti, orti conclusi, pomarii
soavi cui l’Autunno pone
monili più gravi che quelli di Serse
poi che su le gemme celate
15il bel garzone
ebro il pomo punico aperse;

voluttà della Terra, o fronde,
o fiori, o frutti,
gioia di tutti,
20prole delle Stagioni sacre,
portento dell’Acqua e del Sole,
fronde, fiori, frutti,
ecco, ora nati, ora distrutti,


- 138 -