E veggo già che s’avvicina l’alba;
sicché non giova tornare alla mia casa;
ma giova a te avere la tua madre 965che anche ti chiama, che ha la poppa gonfiata
di molto latte che tu ti beverai.„
Ed ei si gode nel suo cuore piegando
a un’altra via, però che bene ei sa
la via del chiuso ove la greggia scarsa 970attende l’ora della pastura. L’alba [L’ovile]
stampa nel ciel le sue dita rosate
quando all’ovile giunge, all’ovile fatto
di schiette pietre che scelse di sua mano
e poi commesse e legò con la calce 975e vi coprì tutto il tetto di lastre
pulite ed anche vi fece di legname
sodo la porta, come artiere d’ogni arte
ch’ei fu, che sempre sarà finché le braccia
gli reggeranno. Or, mentre giunge, il cane 980lo riconosce come riconobbe Argo
sul concio il dire del molto travagliato
Odisseo; sì lo riconosce il sardo
mastino, forte, fulvo, e balzagli innanzi
e gli fa festa. Ma, dal chiuso, al richiamo 985della deserta creatura la madre
risponde. Senza indugio il pastore apre
la porta e càuto depone al limitare