Pagina:D'Annunzio - Laudi, II.djvu/99

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SECONDO - ELETTRA

E veggo già      che s’avvicina l’alba;
sicché non giova      tornare alla mia casa;
ma giova a te      avere la tua madre
965che anche ti chiama,      che ha la poppa gonfiata
di molto latte      che tu ti beverai.„
Ed ei si gode      nel suo cuore piegando
a un’altra via,      però che bene ei sa
la via del chiuso      ove la greggia scarsa
970attende l’ora      della pastura. L’alba [L’ovile]
stampa nel ciel      le sue dita rosate
quando all’ovile      giunge, all’ovile fatto
di schiette pietre      che scelse di sua mano
e poi commesse      e legò con la calce
975e vi coprì      tutto il tetto di lastre
pulite ed anche      vi fece di legname
sodo la porta,      come artiere d’ogni arte
ch’ei fu, che sempre      sarà finché le braccia
gli reggeranno.      Or, mentre giunge, il cane
980lo riconosce      come riconobbe Argo
sul concio il dire      del molto travagliato
Odisseo; sì      lo riconosce il sardo
mastino, forte,      fulvo, e balzagli innanzi
e gli fa festa.      Ma, dal chiuso, al richiamo
985della deserta      creatura la madre
risponde. Senza      indugio il pastore apre
la porta e càuto      depone al limitare


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