Pagina:D'Annunzio - Laudi, III.djvu/126

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DELLE LAUDI - LIBRO

veloce, in un doloroso ritorno
spinta dal vento al frangente del mare,
70né ci difese Odisseo dal periglio
con la sua cera; ma il cuore, non più
libero, novellamente anelava.

II.

“O
GLAUCO„ disse Berenice “ho sete.

Dov’è la fonte? dove sono i frutti?
75Dov’è Cyane azzurra come l’aria?
Dove coglierai tu con le tue mani
l’arancia aurata nella cupa fronda?
Come ci dissetammo! Quante volte
ci dissetammo! E tanto era soave
80il dissetarsi che desiderammo
l’ardente sete. Al par di noi chi seppe
distinguere il sapore d’ogni frutto
e la maturità dal suo colore?
distinguere d’ogni acqua la freschezza
85e ritrovar la sua più fredda vena?
e regolar le labbra al vario bere
e il sorso modular come una nota?
L’imagine di me nell’acque amavi.
Dell’amore di me arsi inclinata,
90sì bella nel ninfale specchio fui.
Io fui Cyane azzurra come l’aria.


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