Pagina:D'Annunzio - Laudi, III.djvu/208

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DELLE LAUDI - LIBRO


5Ha il gran torace azzurro come il glastro
ma l’argento sul dorso gli s’alluma.
Sceglie tra l’alghe la più verde, e ruma;
e gli cola il rigurgito salmastro.

Con la vasta sua man palmata afferra
10la sua conca, v’insuffla ogni sua possa,
gonfio il collo le gote gli occhi istrambi.

Va il rimbombo pel mare e per la terra.
L’Alpe di Luni cròllasi percossa.
Bàlzano nel mio petto i ditirambi.



L’ARCA ROMANA.

A
LPE di Luni, e dove son le statue?

I miei spirti desìan perpetuarsi
oggi sul cielo in grandi simulacri.

O antichi marmi in grandi orti romani!
5Stan per logge e scalèe di balaustri,
con le lor verdi tuniche di muschi.

Negreggiano i cipressi i lecci i bussi
intorno alla fontana ove il Silenzio
col dito su le labbra è chino a specchio.


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