Pagina:D'Annunzio - Laudi, III.djvu/288

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DELLE LAUDI - LIBRO

170non s’ode lassù nell’aria
lontana ov’ella spira
solitaria
il suo spirto odorato
di alga di rèsina e di alloro;
175e l’uomo che s’attarda
in tessere vermene
già fece del grano mannelle
ed or fa canestri
per l’uva, con un canto eguale,
180e tutto è obliato;
obliato anche agosto
sarà nell’odor del mosto,
nel murmure delle api d’oro;
per tutto sarà l’oblio,
185per tutto sarà l’oblio;
e niuno più saprà
quanto sien dolci
l’ombre dei voli
su le sabbie saline,
190l’orme degli uccelli
nell’argilla dei fiumi,
se non io, se non io,
se non quella che andrà
di là dai fiumi sereni,
195di là dalle verdi colline,


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