Pagina:D'Annunzio - Laudi, III.djvu/292

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DELLE LAUDI - LIBRO


Dìruta la Ceràgiola rosseggia,
là dove Serravezza è co’ due fiumi,
quasi che fero sangue in ogni scheggia
40grondi e s’aggrumi.

Sta nella cruda nudità rupestre
il Gàbberi irto qual ferrato casco.
Ecco, e su i carri per le vie maestre
passa il falasco.

45Metuto fu dalla più grande falce
nella palude all’ombra del Quiesa,
ove raggiato di vermène il salce
par chioma accesa

tra cannelle di stridulo oro secco,
50tra pigro sparto di pallor bronzino.
Su l’acqua un lampo di smeraldo, e il becco
tuffa il piombino.

Deh foss’io sopra un burchio per la cuora
navigando, e di tifa e di sparganio
55carico ei fosse, e fòssevi alla prora
fitto un bucranio


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