Pagina:D'Annunzio - Laudi, III.djvu/41

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TERZO - ALCIONE

Da giovine sei moggia il dì potei
segarne!„ sorridendo il veglio dice.
Ancora armata è la genciva, salda
nel suo sorriso e nella sua favella.
55E non pur gli vacillano i ginocchi,
se ben la falce nell’oprare gli abbia
a simiglianza del suo ferro istesso
curve le gambe. E sopra il santo petto
il lin rude, che l’indaco fe’ quasi
60celeste, crea misteriosamente
l’imagine di Pan duce degli astri,
cui nel torace si rispecchia il Cielo.



L’AEDO SENZA LIRA.

M
ECO ragiona il veglio

d’una spezie di pomi.
E dice: “Nasce in arbore
di mezzana statura, e fior bianchetto.
5La dolcezza del frutto
è mista con asprezza.
Non ricusa qualunque terra. I luoghi
allegri ama bensì, dolce temperie.
Dilettasi del mare.


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