Pagina:D'Annunzio - Laudi, IV.djvu/139

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QUARTO - MEROPE


Levo sul mar l’onda della memoria
col soffio dell’anima la incalzo,
267che ferva sotto il piè della Vittoria,

che schiumi e fumi sotto il piede scalzo
volante in sommo come quando accorse
270precipitosa dal marmoreo balzo

a te, Cànari1. O Grecia, o Grecia, forse
anche i tuoi fati pendono. E lo scotto
273sarà pagato. Chiedi l’ora all’Orse

come l’uomo d’Ipsara e l’Hydriotto
quando muti ridean nel cuor selvaggio,
276acquattato ciascun nel suo brulotto,

con alla mano i raffii d’arrembaggio,
con alle coste il dèmone del fuoco,
279messo fra i denti il fegato per gaggio.


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