Pagina:D'Annunzio - Laudi, IV.djvu/162

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DELLE LAUDI - LIBRO


Ed all’approdo ognun t’era fratello
sentendo in sé l’immobile tuo cuore
42ripalpitare come un cuor novello.

E dal silenzio fùnebre un dolore
nascea possente come la radice
45della virtù. Quest’inno era il suo fiore.

E la morte era quasi Beatrice
che ci purificasse in una santa
48onda per trarci a un regno più felice.

E tu non una giovinezza infranta
eri, ma la promessa e il pegno. Aroma
51era del cuor la lacrima non pianta.

E passasti i deserti ove arde Roma
or d’altra febbre, e lungo il mar toscano
54le salse macchie che il libeccio schioma.


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