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QUARTO - MEROPE


sul suo gelo supino palpitare
di stelle e ascolta sempre più remoto
87il pianto delle sue cose più care.

Non ti cantai, o mio fratello ignoto?
non chiesi il nome tuo perché nel mio
90canto risuoni? Solo sei, devoto

a morte, già, fasciato dall’oblio
perenne, profondato nello stagno
93del sangue; e non avrai tomba. Foss’io

per te come colui che accorre al lagno
del caduto, là dove più tremenda
96è la strage, e si carica il compagno

su l’òmero a scamparlo dall’orrenda
vendetta del mutilatore e arriva
99nell’altra vita all’orlo della tenda!


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