Pagina:D'Annunzio - Laudi, IV.djvu/186

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DELLE LAUDI - LIBRO


Sembrami, ignoto, ch’io ti sopravviva
per un castigo oscuro e ch’io, non ombra
102né uomo, in vano erri per questa riva.

Il vento cadde. Nella notte ingombra
di neri crini è il soffio di Medusa.
105A quando a quando il mio cavallo aombra,

sosta, soffia, ricalcitra, ricusa
come se non dai tronchi morti fosse
108la valle tra le dune alte preclusa

ma da mucchio d’uccisi e l'orme rosse
nella bassura dessero bagliore.
111Talvolta il passo nelle sabbie smosse

è come un tonfo sordo. Il tetro odore
che lascia la marea su le scoperte
114spiagge de’ naufraghi è come l’odore


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