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Note alla Canzone dei Trofei

questa fabbrica nella cittadella o fortezza vecchia dei Pisani, lungo le mura della città, volte dalla banda di ponente, con archi sessanta (come scrive Fra Lorenzo Taiuoli pistoiese); e le galere che vi si facevano, si mettevano in acqua sotto gli archi, che si vedono oggidì ancora in quella cortina di muraglia la qual comincia dal Ponte a Mare e segue fino alla Porta.

Chinzica e Ponte sono due quartieri di Pisa antica. Gli altri due sono Fuori di Porta e Mezzo. Chinzica comprendeva i borghi d’Oltrarno rimasti rinchiusi nell’ultimo cerchio della città. Il cronista: “Gli Anziani mandorono bando, in sul vespero, che ogni persona del quartieri di Chinzica, populo e cavalieri...„

A una parete del Camposanto, dalla parte d’occidente, sono appese le catene di Porto-pisano che i Genovesi portarono via nel 1362 quando Perino Grimaldi era a soldo del Comune di Firenze... “Velsono le grosse catene che serravano il porto„ narra Matteo Villani, “e quelle, carichi d’esse due carra, mandarono a Firenze...„ Le quali furono poi restituite dai fratelli al fratelli, quando l’Italia risorse nazione libera.

Sono conosciute da tutti le storie del Beato Rinieri, santo patrono dei Pisani, dipinte su le vaste pareti del Camposanto da Andrea di Firenze (1377), da quel medesimo che colorì il Cappellone degli Spagnuoli in Santa Maria Novella.

Le galere pisane, condotte dall’arcivescovo Ubaldo dei Lanfranchi, tornarono dall’assedio di Tolemaide cariche della terra cavata sul Monte Calvario. E nel 1203, secondo la tradizione, la preziosa terra fu sparsa nel terreno a fianco della Cattedrale; dove furon sepolti i morti.

Dell’impresa dell’arcivescovo Daiberto, capitano di navi al recupero di Gerusalemme, l’antichissimo Annalista nominato Marangone scrive: “Anno Domini MXCVIII. Populus pisanus,


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