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Note alla Canzone dei Dardanelli

in Santa Croce; la quale è certo inspirata dalla leggenda francescana che fa del Re di Francia un terziario dell’Ordine. Il capitolo XXXIII dei Fioretti racconta Come sancto Lodovico andò a visitare frate Egidio e mai non s’erano veduti. Et sança parlare si cognobbono insieme. Il San Luigi giottesco tiene in una mano lo scettro e nell’altra il cordiglio dei Terziarii; e il suo manto azzurro, col collare di vaio, è cosparso di fiordalisi.

Facile è riconoscere il luogo del verso di Dante:

Così è germinato questo fiore.

L’altro verso e l’emistichio son derivati dal decimo settimo canto del Purgatorio, non perché vi sia rispondenza tra quel passo e il momento lirico della Canzone ma perché sembra che ogni alto e appropriato segno possa esser tratto per noi dalla Comedia a libro aperto come i responsi dai libri sibillini.

LA CANZONE DEI DARDANELLI.

Questa Canzone fu composta quando gli informatori descrivevano la ragunata delle navi nel porto di Taranto. “Sin da ieri è un continuo passaggio di torpediniere nel Canale navigabile. Hanno tutte all’albero maestro la fiamma di guerra. Il Mar Piccolo sembra un immenso lago dove galleggiano in gran numero navi di battaglia, torpediniere e cacciatorpediniere. Ve ne sono ormeggiate lungo tutte le banchine, e nell’arsenale e nello specchio d’acqua del primo bacino, ch’è nel Mar Piccolo il più vasto, riparo sicurissimo ed inespugnabile, unico in tutto il mondo (17 novembre).„ Questa notizia era immediatamente seguita da quest’altra, in vistosi caratteri: “La flotta non è ai Dardanelli.„


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