di Maremma, onde fiutano i selvaggi
poledri il dubbio odore delle chiatte
ben costrutte e nitriscono ai foraggi
salini che pascean lungo le fratte
di tamerici, presso i sepolcreti
sonori dove il mare etrusco batte.
O terra di sepolcri e di forteti,
Maremma, canto la tua razza equina,
la ben crinita razza che disseti
nel sarcofago tolto alla ruina
di Saturnia o di Volci e che rinfreschi
con un germoglio roscido di brina.
Salute, o terra degli Aldobrandeschi!
Pioggia e sole ai tuoi bradi la criniera,
come l’ocra e la robbia ai barbereschi,