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notturno 7

darvi la mano, riempirmene la palma, lasciarli scorrere fra le dira.

La fiamma cresce, la canicola infuria. La sabbia brilla nella mia visione come mica e quarzo. Mi abbarbaglia, mi dà la vertigine e il terrore, come il deserto libico quando quella mattina cavalcavo solo verso le tombe di Sakkarah.

Non ho difesa di palpebre né altro schermo. Il tremendo ardore è sotto la mia fronte, inevitabile.

Il giallo s’arrossa, il piano si travaglia. Tutto diventa irto e tagliente. Poi, come una mano creatrice foggia le figure nella creta cedevole, un soffio misterioso alza dalla distesa abbagliante rilievi di forme umane e bestiali.

Ora il fuoco solido è trattato come la pietra a scarpello.

Ho davanti a me una parete rigida di roccia rovente scolpita d’uomini e di mostri. A quando a quando sbatte come una immensa vela, e le