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notturno 179


Un fiumicello è candido e schiumoso come il latte appena munto. Un pagliaio nerastro è tutt’oro là dove la paglia fu intaccata per la bisogna. Un seccume disperato di viti brune e torte patisce sopra la sabbia accecante e pare che si divincoli come minuzzame di serpi. Una fabbrica di mattoni sta presso una smotta d’argilla, con la sua tettoia rossa, col suo fumaiolo che fuma, con i suoi uomini dalle pugna di creta inginocchiati all’opra.

Per te, per te amo questa parsimonia, questa diligenza, questa tenacità. Per te tanto m’è cara questa terra umile e umiliata.

Ma d’improvviso, al porto d’Ascoli, in una insenatura delle colline modeste, appare la montagna grande. Cilestrina, aerea, nivale, confusa con le nuvole fulgide, mi rapisce nella tua altezza taciturna.


O ultimo ritorno infantile verso le