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Pagina:D'Annunzio - Notturno.djvu/263

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notturno 251






Un pugno d’uomini [AL. SKR.]
sul ponte della nave guerriera,
diritto lo sprone
alla mèta tremenda,
nella notte senza luna e senza stelle.
Da poppa a prua, congegni ed armi,
tènebra e silenzio.
E v’è una sola costellazione
per l’anima sola:
la Buona Causa.

«Io sollevo le braccia
per sciogliere i capelli.
E sotto le mie braccia
il sacchetto di mirra
che fa ebro l’amato.
Ma io sono distante.»



Un pugno d’uomini