Pagina:D'Annunzio - Notturno.djvu/292

Da Wikisource.
280 notturno

l’altra torpedine precipita anch’essa, poi la terza, poi la quarta, e via via tutte le altre, da tutte le navi che obliquano in un’accostata sapiente.

In tre minuti l’operazione è compiuta, lo sbarramento è fatto, nel preciso luogo assegnato.

I denti dei marinai brillano nel sorriso selvaggio. Ciascuno d’essi vede nel suo cuore squarciarsi la corazzata nemica.

«Quattro, tre, zero!»

Riprendiamo la testa di linea, ritornando su la rotta con la velocità iniziale. Le navi sembrano palpitanti d’allegrezza guerriera.

Lontano, su la terra ferma, le spade bianche dei proiettori continuano a incrociarsi. Qualche razzo scoppia. La nostra scìa è così bella che sembra una Via lattea tumultuosa.

Un marinaio sale al ponte di comando, e mi porta una tazza di caffé caldissimo, che già col profumo mi