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Il buio si raddensa, mentre il cratère dell’occhio riscoppia.

È come una insurrezione subitanea di nuvole affocate, che solleva e inebria un ritmo epico.

È una materia solida e ricca atteggiata come un dolore e un furore di rupi in metamorfosi.

È uno sfondo per un gran gesto che non so.



Tutto riarde. L’alba non ha più rugiade ma faville.

Ecco che incomincia il mattutino degli uccelli.

Da principio è come un cigolìo di tizzi verdi.

Il fuoco s’appiglia, si dilata, divampa.