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Pagina:D'Annunzio - Notturno.djvu/332

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320 notturno

così le fauci rosse della fiamma restano apprese al tronco, separate dal corpo che s’abbassa.

O combattente inerte, ricòrdati del fratello di Eschilo.


Certi tronchi ardono da una sola banda, come se il fuoco rompa da dentro per l’incisione verticale praticata dal resiniere.

Il fuoco è come una bandiera lacera ghindata all’albero.

Ecco, il vento rinforza.

Tutte le bandiere vittoriose sbattono e garriscono, e si lacerano in lembi che svolano.

Una grande raffica salsa giunge dal largo.

Il fuoco balza e rimbalza, sorpassa le cime, investe i pini intieri, li arrossa dalla radice alla vetta, con un fragore di tempesta.

Scaglie di scorza infiammate e pigne ardenti schizzano a gran distanza come i lapilli dei vulcani.