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san làimo navigatore. | 375 |
conoscimento alcuno: e i loro occhi sono incrostati per non vedere; e i loro cuori per non intendere....”
‟Taci! taci!” imprecarono i sacerdoti, con gesti d’ira, minacciosi nella faccia. Li idolatri ascoltavano; altri da lungi accorrevano: ad ogni tratto un clamor cupo si levava dalla turba, come un ribollimento di flutti nel mare.
Il profeta continuò. Egli diceva di un Dio vivente, di un Dio grande, giusto ed eterno.
‟La terra trema per la sua ira e le genti non possono sostenere il suo cruccio. Egli spande la sua ira sopra le genti che non lo conoscono, e sopra le nazioni che non invocano il suo nome. Ecco, il male passerà da un’isola all’altra, e un gran turbine si leverà dal fondo del mare; e in quel giorno li uccisi non saranno raccolti, nè seppelliti: saranno per letame sopra la faccia della terra.”
‟Taci! taci!” gridavano li idolatri, tendendo le mani, atterriti dalla profezia.
Ma la voce di Làimo divenne d’un tratto dolce come il suono d’uno stromento di corde, distesa come un canto di religione. Egli diceva d’una felicità senza fine, d’una giustizia imperante su tutte le genti, d’una grande letizia d’amore nel giardino dei cieli.
‟Scenderà il Dio, come pioggia sui campi di