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Pagina:D'annunzio - Elegie romane.djvu/132

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122 elegìe romane


Sopra correa la nube, con tuono lungo echeggiante;
     ecco, ed il ciel di maggio ride a la rotta nube.

Tal, dopo si gran guerra, dopo tanta notte funesta,
     dopo l’amaro tedio, dopo il lamento vile,

(lungi per sempre, lungi, o sogni, da l’anima nostra;
     sogni, che troppo un giorno perseguitammo in vano!)

l’anima, liberata di tutte procelle, respira;
     non il ricordo l’ange, non il desio l’acceca,

più non la morde cura d’antichi amori o novelli,
     ansia non più l’affanna d’altri ignorati beni.

L’Anima sta: tranquilla rispecchia la vita e raccoglie
     entro il suo vasto cerchio l’anima de le cose.