Pagina:Dübner - Grammatica elementare e pratica della lingua greca, Firenze, Paggi, 1857.djvu/16

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prefazione. xiii

imparata. V’ha abbastanza nelle prime pagine della grammatica greca di che si scoraggi l’alunno. Noi ci siamo studiati a tutt’uomo d’evitare questo grave inconveniente, presentando ogni principio e ogni regola a quel punto, nel quale se ne fa sentire la necessità, e può averne luogo l’applicazione immediata.

Il primo insegnamento d’una lingua dee limitarsi a quello, che è indispensabile a formare, quanto più presto, un complesso, e come un nucleo di cognizioni. Bisogna dunque lasciare in disparte ogni particolarità, che non tenda direttamente a questo scopo di sollecitare questa cognizione complessiva nella mente dell’alunno. Questa è la via di condurlo, con la minor fatica possibile, al punto di possedere la lingua a così dire all’ingrosso: su questo fondamento lavorerà quindi a piacere e in piena conoscenza; perchè non avrà più in un secondo corso, che a compiere, per così dire, i particolari, e riempire i contorni d’un abbozzo chiaramente delineato.

Della norma seguita in questo libro non diremo più oltre: queste indicazioni bastano per fare valutare l’idea, che ci ha diretti, e che sottoponiamo al giudizio degli uomini chiamati al delicato ufficio d’istruire la gioventù; non termineremo però senza render ragione d’una innovazione, che abbiamo, creduto doverci permettere.

C’è sembrato, che, nella grammatica greca, la ripetizione delle definizioni, già conosciute per le grammatiche francese e latina fosse fuori di luogo e più a