Pagina:Dübner - Grammatica elementare e pratica della lingua greca, Firenze, Paggi, 1857.djvu/24

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accenti. 5


Questo segno si chiama spirito aspro, perchè un segno analogo, volto in senso contrario (῾) è posto su tutte le vocali e i dittonghi non aspirati, iniziali delle parole: questo secondo segno si chiama spirito dolce o tenue; per esempio ἠρέμα (tranquillamente) pronunziate êréma.

La parola greca πνεῦμα (spirito) significa propriamente soffio: ora, ogni vocale iniziale d’una parola si fa intendere con un soffio, la cui natura, per rapporto all’intensità, è indicata dalle due specie di spiriti, dolce od aspro.

Inoltre lo spirito aspro si pone sopra la lettera ρ, quand’è iniziale; per esempio ῥόδον (la rosa): per questo che i Greci pronunziavano, e gli altri popoli del mezzo giorno pronunziano tuttavia questa lettera con una aspirazione molto più intènsa che non i popoli del nord. Quando poi due ρ s’incontrano l’uno accanto all’altro, quello che è seguito da una vocale è il solo, che possa far sentire l’aspirazione, ed è perciò, che si scrive ῤῥ per esempio, ἄῤῥητος (secreto), συῤῥέω (confluire) etc. ponendo cioè sul primo ρ lo spirito dolce, sul secondo lo spirito aspro.

Il segno e l’uso dell’apostrofo sono identici a quelli della lingua italiana, come il segno e l’uso del trema a quelli, che raramente abbiamo nella nostra poesia.

§ 8.

accenti.


Pronunziando una parola, la vocale della sillaba, su cui deve innalzarsi la voce, ed insistere più che su le altre sillabe è segnata d’accento. Nel greco, questo segno indica sempre un’intonazione più forte, mentre nelle lingue moderne il più delle volte gli accenti non servono, che a indicar la natura del suono, e non già un grado di forza nella emissione della voce.

I Greci distinguono con tre segni i tre gradi d’elevazione della voce per la pronunzia delle sillabe accentuate:

Accento acuto (condotto da destra a sinistra (´), ά, έ, ec.);